Le associazioni di categoria delle piccole imprese continuano ad urlare la loro contrarietà alla Fattura Elettronica denunciandone i costi e la complessità. E’ il caso di dirlo: è una posizione decisamente strumentale e populistica. Perché? Analizziamo velocemente le motivazioni:
Chi non urla, e invece ne avrebbe diritto, sono le aziende di grandi dimensioni che da mesi lavorano per adeguare i loro numerosi sistemi di fatturazione, fortemente customizzati e specializzati. La stragrande maggioranza di esse da anni lavora e investe nell’automazione della fasi di acquisizione, contabilizzazione e invio delle fatture tradizionali e questa norma le costringe a rivederne i processi e in alcuni casi addirittura a complicare gli scambi elettronici già in essere. Chi ha adottato ERP internazionali ha atteso con apprensione (e in molti casi invano) gli upgrade necessari a generare la fattura elettronica. Chi non ha sparso lacrime per la loro incompletezza ha dovuto comunque far i conti con la necessità di rivedere le personalizzazioni e i vincoli adottati in fase di progettazione di questi sistemi.
Uno su tutti? Ad esempio gli ERP intendono come “emessa” una fattura prima del loro invio. Ma cosa succede se lo SdI (Servizio di Interscambio) le rifiuta? La fattura è già contabilizzata e dunque bisogna stornarla (attenzione a non spedire la fattura di storno!) e riemetterla (questa sì che va spedita!). Bisogna automatizzare e controllare tutte queste procedure. Piccolo problemino collaterale: la fattura elettronica che transita dalla Agenzia delle Entrate è solo una ma l’azienda ha prodotto tre documenti (tutti da conservare a norma preferibilmente).
Chi ha semplificato l’adozione dei servizi di Fatturazione Elettronica alla mera problematica dell’invio/ricezione e ha provveduto a mettere in piedi una macchina di somministrazione da “ipermercato” ha contribuito non poco a banalizzare la portata e la complessità dei problemi di questa trasformazione. Problemi che una realtà come DocFlow ha dovuto analizzare e risolvere con i suoi clienti più importanti.
Citando il vecchio saggio: “In una grande azienda tutto è grande”.
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